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October 14th, 2014 by bernini

Avete rotto il cazzo. Parlate e parlate, piangete e vi strofinate gli occhi quanto vi odio. Ricordate, non vi capacitate, era un grande…chiacchiere da bar. Non è questione di sapere o non sapere, è questione di non avere nulla dentro di voi che vi permetta di affrontare la realtà dei fatti.

La realtà dei fatti, non a caso, perché di fatti stiamo parlando.

Ora siete proprio soddisfatti, avete perso una persona che conoscevate di vista, vi stringete nel ricordo, rendete omaggi, leggete le sue favole e dite che bella persona che era.

Avete disperatamente bisogno di sentimenti, li cercate annaspando tra una vita grigia e pochi sprazzi di emozioni legiferate dalla vostra società, vi è permesso di ridere e piangere alle lauree, ai matrimoni e ai funerali. Chi più riesce ad emozionarsi leggendo una poesia o facendo una chiacchiera con un amico sul terrazzo di casa? Non ci riuscite, perché se vi succedesse col cazzo che poi passereste la vostra vita a lavorare 8h al giorno in un posto di merda per quattro spicci.

‘Ste cose noi le sapevamo, e bene, e ridevamo consapevoli che in fondo, cosa fai o non fai non ha davvero importanza perché la vita è solo un giro di giostra, ma tant’è allora OZ, lasciami sfogà pure a me, che magari mi pija bene.

La cosa strana (strana poi…), è che gli unici che non hanno parlato siamo stati noi, i suoi amici più stretti, ci avete fatto caso? No? Immaginavo, non ve ne frega un cazzo di capire, voi volete sapere, sapere come è finita, sapere di cosa era fatto, e avere qualcosa da parlare quando vi incontrate al baretto per le prossime settimane, ma capire… non vi passa neanche per l’anticamera del cervello…vero? già.

Qua si parla di fatti.

Siamo tutti fatti, lasciateci scegliere di cosa.

Non sarò io, qui, a cercare di spiegare il perché, in fondo vi considero troppo lontani per capire e so che in fondo, voi non volete, vi cacate sotto al pensiero di sapere e comunque, vedi sopra, non è importante.

Quello che mi ha schifato è il teatrino, convulso, confuso, stupido come mosche stordite dal fumo che andava e veniva e non si capacitava e parlava per parlare e continua oggi a parlare e gli occhi finti e il non avere il coraggio e la gente che telefonava, quello che mi fa schifo è la gente e di gente ne è pieno il mondo dannazione.

Io e te ci siamo conosciuti a 6 anni ed eravamo opposti, amici ma opposti in tutto: nel modo di pensare, di vestire, praticamente tutte le idee, opposte.

Poi siamo cresciuti sempre assieme e per la maggior parte del tempo siamo rimasti agli antipodi. Finite le scuole superiori andammo a Cercemaggiore e li diventammo fratelli, abbiamo passato 14giorni fuori dal tempo, prendendo in giro coreani, ubriacandoci dal vecchio Saverio e leggendo poesie bellissime e cantando canzoni inventate al momento a stranieri tonti: il centerbe, l’archeologia i lupi e la luna, fu davvero tutto perfetto.

Da li Roma, tu che mi ospitavi a casa per pietà dopo aver visto in che posto vivevo, io e te che ci incontravamo e nelle piazze, sulle panchine a bere vino e diciannovenni parlavamo del futuro dell’arte e dei nostri ruoli…noi gli artisti più splendidi del xxi secolo.

L’arte è solo per chi ha qualcosa da dire e noi ci creavamo i precedenti. I viaggi on the road, a dormire ubriachi d’assenzio e felici sull’erba e poi scappare prima che il diserbante ci intossicasse, girare per l’italia e l’adriatica e fare indigestione di libertà, 4 amici e nessuna motivazione, anzi la motivazione c’era… attraversare l’italia per trovare e conoscere mirco dalle marche. Un metodo che ha scandito in modi diversi le nostre avventure: vivere per vivere, fare per fare. L’obiettivo è il viaggio, non la meta e lasciatemelo dire: in questo eravamo dei fottuti maestri.

E poi a continuare, una serie infinita di progetti e idee da fare assieme, tu che mi raccontavi i tuoi e io i miei, assieme fantastici e strampalati, ce la mettevamo tutta. A raccoglierli tutti neanche 2 rotoloni regina. Uno dei miei preferiti rimarrà sempre Tanks for Vodka. Eravamo a Roma e tu, come un pazzo professionista, strappavi le “curiosità” dalla settimana enigmistica. Una di queste raccontava la storia di 1 cararmato molto importante delle file russe che verso gli ultimi atti della 2 guerra mondiale sembrò scomparire nel nulla. Si creò un caso non da poco e dopo investigazioni si venne a scoprire che il carrarmato era stato venduto dai soldati ad un barista per una cassa di Vodka.

Alla lettura della curiosità i nostri occhi brillarono ed eravamo fottutamente euforici, la domanda naturale che ti venne in mente fu: “ma che cazzo ci fece poi quel barista con quel cararmato nel giardino di casa?”

Col passare degli anni abbiamo condiviso tanto, tante mandrakate ma anche cose serie, che poi, ste’ cose serie, non saranno un po sopravvalutate oz?

Il buddhismo e lo sciamanesimo, due facce della stessa medaglia. Te ed io, due facce della stessa medaglia, sempre di più. La strada per la consapevolezza, perudo, le case di braccio, le partite a biliardo sul lungomare, bicchieri di lagavulin e progetti di rivoluzione, a vedere le stelle cadenti ordinando loro di cadere al volgere delle nostre teste, i tuoi schiaffi, pensieri megalomani, tutto questo contenuto nel tuo corpo.

Abbracci al termine del giorno e “grazie fratello”, ce lo siamo detti diverse volte, fratelli cosmici.

E poi la consapevolezza, a tutti i costi sconfiggere le paure, ridefinire pattern neurali, la coscienza tentacolare, when you see a limit, get over it,  quanto siamo vicini al cristo cosmico chris? Quanto ci sei vicino tu ora?

Sconfiggere le dipendenze, ma è biologia? Si può vivere senza dipendenze? E se il non avere dipendenze poi diventa una dipendenza? Che scherzo tutta ‘sta faccenda.

Ho perso il segno, ho divagato ero partito incazzato con la gente e ho finito melenso a parlare di me e te.

Lasciatemelo dire, siamo stati una gran coppia. Ci siam baciati in bocca più volte poi alla fine, ma il cazzo mai toccato.

Lasciatemelo dire è stato un percorso fantastico, abbiamo condiviso tanto e lui con noi piccolo gruppo di amici. Quelli che ora preferiscono stare zitti, perché è come sempre, chi non sa parla, chi sa preferisce stare zitto.

Scusate per lo sfogo.

Ti amo Chris
il mai vostro
bernini.

Non lo so

October 13th, 2014 by bernini

Da un po ho finito le opinioni, pensandoci non è neanche da poco, saranno mesi, forse anni.

Nonostante questo Facebook continua a chiedermi cosa penso, ossessivamente, entro in panico….non lo so, non sto pensando a niente, altrimenti non starei su Facebook.

Sto pensando a cosa dovrei pensare, non è una cosa semplice, a cosa dovrei pensare? Penso che dovrei avere una opinione, ma è faticoso formarsene una, sopratutto se ho perso da un po la concentrazione necessaria per leggere un articolo più lungo di 400caratteri. Il tempo passa ed io non so cosa pensare, ho bisogno di pensare ho bisogno di avere un’opinione, vado su spinoza e condivido una battuta su Renzi. Ok questo mi calma per un po’, resto leggero, spiritoso, ho imparato che la satira è da intellettuali, una battuta rapida che fa capire che sei sul pezzo ma in modo distaccato, qualche “mi piace” è assicurato.

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